domenica 16 novembre 2014

Considerazioni sul Jobs Act

 Considerazioni a margine della riunione PD di Bussero di ieri sera 14 novembre 2014:
- al di là del finalino un po' fuori dalle righe tra i due relatori, peraltro abbastanza giustificato dalle intemperanze prima di Carlo Lotta verso Leo Tancredi, e poi dello stesso senatore PD Roberto Cociancich, nei confronti di Onorio Rosati, consigliere regionale lombardo del PD, trascinato anch'egli dalla tensione e forse dalla stanchezza dopo una giornata molto piena e faticosa ( manifestazione FIOM/CGIL, Assemblea di solidarietà al SUNIA e al PD  per l'assalto in zona Corvetto );
 penso che:
- la serata é stata nel complesso utile ed interessante, ha fatto comprendere la vera situazione e le vere ragioni della contrapposizione in corso tra le due anime del PD;
- si é ben compreso quale é il problema centrale  irrisolto ( e a mio parere irrisolvibile in un contesto di politica economica liberista qual'é quella perseguita dall'attuale Governo a guida PD ) della proposta di Jobs Act e cioé la assoluta mancanza di risorse finanziarie a copertura del fabbisogno reale che necessiterà nel momento in cui ( cosa sulla quale siamo penso tutti d'accordo ) occorre dare un reddito minimo garantito a tutta quella massa di persone ( giovani precari in particolare ma anche a tutti gli espulsi dal ciclo produttivo, compresi gli esodati, i licenziati e i futuri licenziandi - breve nota : ci vorrebbero almeno 30 miliardi di € annui per coprire davvero tutto il fabbisogno a copertura situazioni precarie fino a crescita avvenuta del PIL  e relativa ripartenza della situazione economica e produttiva - ma qui non ci sono in campo messi dal Governo con la Legge di Stabilità che solo le risorse dell'attuale copertura di CIG 1,5 miliardi annui  + altri 2 miliardi  ( che   sono già esauriti dalla copertura della  CIG in deroga che solo per il 2013 ammonta a 1,7 miliardi di €  );
- inoltre come hanno ben evidenziato i contributi di Vito Caruso, Pietro Di Leo e Giuseppe Novello, qui si parla anche di principi e di democrazia citando a proposito sia la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Umanità dell'ONU del 1948, la Costituzione Italiana e gli esempi di gran parte dei Paesi a civiltà democratica europea, e i principi non possono essere ritenuti "roba da rottamare", perché a furia di rottamazioni ( di cui si giustifica la necessità adducendo la irragionevole "ragione" che "il mondo é cambiato e quindi dobbiamo cambiare anche il nostro approccio alla realtà " , ovviamente da costoro non viene assolutamente presa in considerazione l'idea che si possa anche mettere un freno ad una idea di mondo puramente dominata dal denaro e dal profitto - fa nulla se poi oggi a dire queste cose sia il Papa in persona -  ripensando ad un diverso approccio alla realtà per frenarne gli eccessi e ad esempio per mettere in discussione gli stessi parametri che impongono scelleratamente una logica legata alla crescita infinita del PIL  ) si rischia di rottamare la Democrazia stessa ( in quanto non consona ad un mondo sempre più veloce, e in cui le lungaggini imposte dalla partecipazione democratica e dall'informazione critica  vengano considerate troppo lunghe e contraddittorie  quindi inefficienti ) , oltre che procedere verso una catastrofe planetaria che lasceremmo, questa si in eredità, ai nostri figli e nipoti.
- quanto agli interventi dei renziani di casa nostra ( a parte Enzo Marino che ha fornito una sua lettura "blairiana" dell'azione di Governo, in cui la sinistra e i suoi principi fondanti si stemperano nella logica di poter "temperare"  il liberismo ( non il capitalismo di cui ce ne sono molte varianti  comprese  quelle di tradizione socialdemocratica ), cosa a mio parere francamente ardua se non proprio impossibile ), gli interventi di Massini e Zerbini ( stendo un velo pietoso sulle elucubrazioni di Valzasina  ), sono stati la semplice e banale espressione di un "atto di fede" nel nuovo " conducator fiorentino ", l'ennesimo uomo della  provvidenza e l'ennesima illusione ottica ( per loro che sono stati "comunisti" nel PCI del  centralismo democratico, e della sudditanza culturale alla "real politik" sovietica, a differenza del sottoscritto che invece non c'era in quel PCI e lo criticava , da sinistra, anche per quegli aspetti degenerativi e regressivi incompatibili per la democrazia ), e politica.

A chi vorrà approfondire e ne avrà la voglia ed il tempo, invio in allegati una serie di documenti  sui temi oggetto della riunione di ieri sera compresi i pdf della Legge di stabilità, e del decreto Legge sul Jobs Act.

Come sempre disponibile a confrontarmi nel merito di tutto ciò. 

Spero di farvi cosa gradita.

Fraterni saluti 
Vitaliano Serra

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