Cara F. T. ciascuno ovviamente può pensarla come gli pare, anche Francesco Piccolo, ma questo non significa affatto che questa sia la realtà. Nel tuo breve post tu stessa, forse per un malcelato riflesso condizionato, scambi la realtà ( la chiami “azione politica in senso stretto” ) con l’idealità ( li chiami “valori” ) e infatti anche tu dai, contraddicendoti, prevalenza a questi ultimi. Salvo poi definire tale comportamento come “reazionario” . Del resto è il senso stesso dell’opinione di Piccolo. Tale atteggiamento del resto pervade da almeno tre decenni la cultura politica ed economica occidentale. Il pensiero unico capitalistico secondo il quale tutto quello che intralcia il magnifico dispiegarsi della modernità tecnologica risulta essere “reazionario e conservativo”. Infatti nel breve inciso dal libro di Piccolo viene posto come naturalmente incontrastabile “il forsennato ammodernamento della società”. Chi vi si oppone anche fosse solo per difendere i propri valori viene naturalmente definito “reazionario”. Se ne deduce che chi si oppone alla modernizzazione tecnologico-finanziaria della società è un reazionario. Mi permetto di definire tale opzione assolutamente di destra, ovviamente non la destra da baraccone e nostalgica, ma modernissima e assolutamente egemone in questi tristi tempi. E’ la destra del “pensiero unico”, quando addirittura del “sentimento unico” . E’ il risultato del progressivo “assorbimento passivo” nella nostra era digitale che sta avvenendo subdolamente, e pervasivamente molto più rapidamente di quanto le nostre menti impotenti possano comprendere. Chi anche solo di striscio si occupa di come la tecnologia si evolverà in relazione alle dirompenti “cose” che si stanno progettando ( intelligenza artificiale, big data, home banking, social network ecc. ) a fatica si accorge della naturalità con cui chiunque ormai ( docenti in primis, ma anche politici, economisti, finanzieri, operatori dei media, ecc. ) accetta come “l’unica prospettiva logica inevitabile”. dove vita concreta e vita virtuale saranno inscindibili materiali di vita degli individui, ma tutto ciò nasconde una verità oggettiva: dove sta la nostra umanità in questo progetto? E la nostra intelligenza dove va a finire, se la si rende sempre più “convergente” quando invece la storia dell’umanità è sempre stata il frutto umanissimo delle intelligenze “divergenti” ? Convergente è quella intelligenza che trova la soluzione a partire da come il problema è stato impostato ( nel caso dell’informatica il “programma” ) . E’ chiaro che il Potere, qualsiasi potere, ma nel nostro caso il potere della tecne e della finanza non può che trarre vantaggio da intelligenze convergenti, quindi uniformi, quindi a “pensiero unico” . Ma mi permetto modestamente di pensare che questo modo di affrontare la modernità non è affatto di sinistra, la cui fondamentale ragion d’essere, altrimenti non è, è la liberazione dell’umanità dal bisogno e dalla sudditanza alla logica del profitto dei pochi sui molti. La sinistra non diventa progressista e moderna per il fatto che si adegua al “forsennato ammodernamento della società” , ma anzi proprio perché vi si oppone nel nome del primato dell’umanità sulla tecnologia e sull’uso orientato al profitto che il potere capitalistico utilizza per dominare alienando perfino se stesso. E’ sul parametro della qualità dell’umanizzazione della tecnologia e della economia, compresa la sua branca anarchica impazzita della finanza che si misura la modernità, il progressismo e la distinzione vera tra destra e sinistra. ( di Vitaliano Serra il 27 luglio 2014 sera )
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