venerdì 19 settembre 2014

Profezia

Profezia
(A Jean-Paul Sartre, che mi ha raccontato la storia di Alì dagli Occhi Azzurri)
Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle dei Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come malandrini a malandrini:
"Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e il formaggio!"
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nella Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica,
voleranno davanti alle willaye.
-- da Pier Paolo Pasolini, Poesia in forma di rosa, Garzanti, Milano 1964



·         Assistendo a ciò che accade nel Mediterraneo, alle porte dell’Europa trincerata, le riflessioni di Pasolini restano domande attualissime. Gli sbarchi sulle coste siciliane e calabresi non hanno sempre suscitato la solidarietà dei fratelli mediterranei (si pensi a Rosarno) che pure hanno vissuto e ancora vivono condizioni simili, mentre il futuro dei paesi arabi in rivolta resta incerto e pieno di contraddizioni interne.
Sono i migranti i nuovi rivoluzionari che trasgrediscono vecchie e nuove frontiere, riappropriandosi dello spazio e favorendo la mescolanza di individui e popolazioni ? 
Tornerà il Mediterraneo ad essere la culla di queste intersezioni e non più mare di esìli e di morte?
Bisognerebbe riconoscere, smascherando i discorsi razzisti, le false costruzioni identitarie, la storia comune delle due rive del Mare Nostrum : lo sfruttamento (delle risorse naturali e dell'umanità), la disoccupazione, l’emigrazione. La questione “Sud“, mai risolta in Italia, di cui Pasolini parlava quando diceva : «Non c’è differenza tra un villaggio calabrese e un villaggio indiano e marocchino, si tratta di due varianti di un fatto che al fondo è lo stesso». 
Forse per immaginare ciò che avverrà non è necessario essere profeti, forse bisognerebbe imparare a guardare la realtà senza la nebbia dell’ideologia, fuori dalle forme del pensiero dominate, avere lo sguardo dei bambini, la visione intuitiva dei poeti : «Tutto ciò che ho saputo per grazia/ o per volontà, smetta di essere sapienza/ Essa non serve al ragazzo che si trova vecchio/ a volare nei cieli del Sahara e dell’Arabia ./ Io saprò. Storia è profezia, dico follemente». ( da ALMA.BLOG - Visioni del Maghreb )

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